domenica 17 ottobre 2010

Allergici al nichel? Attenti ai grassi vegetali idrogenati!

Leggere per informarsi, questo è un diktat fondamentale della mia quotidianità. Ora che oltre a giornalista sono blogger e il sito è seguito da tanta gente, sento la responsabilità di essere preparata sull'argomento di cui scrivo qui dentro, e quindi bazzico molto spesso i siti che trattano di medicina e salute!
Alla ricerca di materiale interessante per la mia rubrica "Link utili" e d'ispirazione per il prossimo pezzo, mi sono imbattuta in un interessante articolo di una fonte molto autorevole, il Dr. Giovanni Chiarelli, specialista dermatologo dell'ospedale San Raffaele di Milano e un articolo tratto dal sito dello Studio Medico Perrone e Associati, che si occupa di ricerca e cura di intolleranze alimentari

Vi sottopongo come sempre alcuni stralci. Alla fine del pezzo troverete i link per leggere interamente i testi!


Le informazioni di premessa a quella che secondo me è la notizia interessante e che vi ho anticipato nel titolo del pezzo, sono conosciute ai più, e molte volte ne abbiamo parlato e scritto sul blog: quali sono i fattori scatenanti o forse è meglio dire gli allergeni, del nickel?

"(...)Il nickel è presente anche negli organismi vegetali e negli animali; oggi possiamo considerarlo un “sottoprodotto” dell’industria e dell’inquinamento. Lo si ritrova come componente di carburanti per il riscaldamento, nel fumo delle sigarette, nel gas di scarico delle automobili. E’ usato per la costituzione di leghe metalliche e come metallo da conio. 
Le cose si complicano, però, se pensiamo che il nickel è un costituente dell’acido ribonucleico (RNA) delle nostre cellule. Attiva diversi sistemi enzimatici e avvia la catalisi dei processi ossidativi, favorisce l’assorbimento intestinale del ferro, entra nel metabolismo della metionina. ".
E già da questa ultima affermazione rimango abbastanza basita! Cioè??? Siamo a nostra volta produttori di nickel per far funzionare il nostro organismo? Questo proprio non lo sapevo, ma di sicuro non mi/ci aiuta!
Poi il medico passa ad un mai troppo esaustivo elenco di tutti gli oggetti che potrebbero contenere il famoso allergene!

"Il nickel allergizzante è contenuto nella bigiotteria, nelle monete, in molte tinture dei capelli, in alcuni detersivi, negli inchiostri. Anche alcune stoviglie da cucina in lega d’acciaio possono fungere da veicolo: soprattutto quando alcuni alimenti, ricchi di acido ossalico (ortaggi a foglia verde) “attaccano” chimicamente il metallo della pentola e ne provocano il passaggio in elevate quantità in soluzione".

Di questo, dovete darmene atto, ho molte volte parlato ai miei lettori, ricordando loro che non basta fare attenzione ad escludere gli alimenti con alto contenuto di nickel. Questo processo certosino e già molto difficile diventa inutile se poi non utilizziamo la stessa attenzione nel pentolame e nell'utensileria con cui cuciniamo e mangiamo!
Ma adesso passiamo alla vera news!

"Nell’industria alimentare il nickel è usato come catalizzatore nel processo di idrogenizzazione dell’olio. L’uso dei grassi vegetali idrogenati oggi è diffusissimo e gli esperti hanno verificato la correlazione tra l'abuso di questi alimenti e l’abbassamento della cosiddetta “soglia di tollerabilità immunitaria”. 
Gli ipersensibili al nickel che consumano quotidianamente queste sostanze sono più soggetti a manifestare problematiche cutanee, nausea, emicrania, stanchezza e ritenzione idrica.".
Grassi vegetali idrogenati! E chi ci ha mai pensato? Quando nella mia lista "nera" ho letto "cibi precofezionati", ho pensato al perchè, e mi sono venute in mente mille motivazioni, da ingredienti nichelosi "nascosti" al materiale usato nel processo di lavorazione, ma non ai grassi vegetali! E siccome molto, molto spesso, la presenza di queste sostanze viene decantata nella pubblicità come sostituto di olio e burro, che renderebbe quindi gli alimenti più "leggeri", ho fatto un piccolo excursus nella mia dispensa, leggendo gli ingredienti di molti prodotti. Che ve lo dico a fare, con terribili risultati! Ma facciamo un passo indietro, addentrandoci maggiormente nell'argomento.



Da un articolo apparso su Lancet e di cui vi propongo uno stralcio trovato in un blog appare evidente che:
"(...) aumentando l’introduzione di “trans fatty acids" nella alimentazione, aumenta proporzionalmente la mortalità per malattie coronariche e comunque la possibilità di ammalarsi; questi grassi particolari sono presenti in quasi tutti gli alimenti industriali e derivano dal trattamento dei grassi di scarto delle preparazioni alimentari."
" Usati a livello industriale soprattutto come “amalgamanti” ed“emulsionanti”, i grassi vegetali sono tra gli ingredienti più massicciamente presenti nei prodotti che troviamo sul mercato, tanto da rendere solo apparente la varietà dei cibi di cui ci nutriamo quotidianamente.
Salvo qualche rara eccezione, vanno ritenuti presenti in questi gruppi di alimenti,
Margarine: grassi vegetali idrogenati per definizione.
Prodotti in sacchetto: crackers, biscotti, fette biscottate, grissini, patatine fritte, arachidi e noccioline tostate.
Pani speciali: come quelli conditi, all'olio, numerosi pani integrali, le fette da toast, le focacce, le fette biscottate, i crostini
Cioccolato,gelati caramelle: dove i grassi sono presenti come stabilizzanti ed emulsionanti. Nel cioccolato è presente il burro di cacao, che è comunque un grasso vegetale trattato.
Pasticceria industriale: biscotti, brioche, merendine, torte, pasticcini, snacks.
Frutta secca e semi oleosi: mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, arachidi, noci, sesamo, cocco essiccato, semi di lino, di zucca o di girasole..
Dadi da brodo: anche quelli solo vegetali e condimenti alternativi a base di sesamo
Fritti e grassi cotti: la degenerazione degli oli indotta dal calore può provocare la formazione di acidi grassi 'trans', cioè di quella peculiare disposizione delle molecole che sembra maggiormente responsabile dei danni prodotti dai grassi vegetali idrogenati. 
Vietatissimo, ovviamente, tutto il fast food.".

Vien da se che ci troviamo davanti ad un bivio! Considerare questa notizia un'aggravante della nostra situazione già difficile o una manna dal cielo in termini di consapevolezza su quello che dobbiamo evitare di comprare e/o mangiare.
Al di là dell'allergia al nickel, e quindi dell'importanza di queste informazioni, troppo spesso non esaustive (in primis quelle dei medici che pretendono di curarci!) per non annullare molti dei nostri sforzi del depurarci dall'intossicazione della sostanza, mi piacerebbe riflettere partendo da un discorso più ampio.
Ovvero, sono dell'opinione che essere informati giustamente e non in maniera subdola e fuorviante, su ciò che può fare bene o male al nostro organismo e quindi, soprattutto, sulla qualità alimentare di molti prodotti proposti sul mercato, sia un nostro diritto/dovere in qualità di consumatori. 

Questo articolo mi ha fatto pensare a come troppo spesso siamo tratti in inganno dalle pubblicità che propinano panacee troppo facili per i mali del XI secolo, quali la paura di ingrassare o di invecchiare, senza avvertirci dei possibili, troppo spesso peggiori, effetti collaterali del loro uso/abuso.

Concludo con una riflessione: non sarebbe meglio, tempo e tasche permettendo, dare maggiore valore al prodotto preparato in casa o artigianalmente? Soprattutto per noi allergici al nickel, per cui non è solo utile, ma fondamentale capire cosa realmente stiamo mangiando, prediligere cibi crudi, come uno spuntino di frutta o un dolce casalingo, a fette biscottate, grissini, brioches e quant'altro di confezionato, che saranno buoni e veloci, ma mai cento per cento nichel free e troppo spesso nascondono delle sopresine? Non è forse più salutare preparare un passato di verdura con gli ortaggi del nostro fruttivendolo e non intrugli monosapore inscatolati? Ci metteremo mezz'ora invece di 5 minuti, ma almeno, per dirla come molti militanti del viver sano, sappiamo cosa mangiamo!
Tutto ciò non sarà solo salutare alla nostra lotta contro il nickel, ma darà benefici all'organismo nel contrastare 
"Malattie cardiovascolari, per regolarizzare la struttura ormonale, per controllare la pressione arteriosa e per ottimizzare le difese dalle malattie degenerative".

E voi? Cosa ne pensate? Scrivetemelo commentando qui sotto l'articolo e nella posta lifenichelfree@yahoo.it!
Alla prossima, magari con una bella ricetta di pane dolce e salato fatto in casa e nichel free!


fonti

2 commenti:

  1. Nessuno sa come vengono prodotti gli olii vegetali?Si parte schiacciando i seme dopo averlo essiccato.Poi si innaffia con l'esano(o ciclo -esano)per assorbire l'olio presente nel chicco.Si manda alla decantazione e poi ai forni.Qui raggiunge temperature attorno ai 300/360°,dove esce fuori nero come il catrame e puzzolente di bruciato.Poi va in raffineria(identica a quelle petrolifere)dove viene strippato l'esano.Il prodotto finale viene acidificato,decolorato e neutralkizzato,passato nei filtri a pressa dove assume il colore che si vede nelle bottiglie al supermercato.Per la produzione di grassi idogrnati,si priprende l'olio vegetale,si scalda nei forni di CRAKING,dove la molecola esce lineare(perde il legame idrogeno).Nella reazione di idrogenazione,che avviene ad elevata pressione e temperatura in fase catalitica(utilizzando un catalizzatore al nikel)dentro al REATTORE IN FORMA GASSOSA per megio reagire con l'idrogeno,la molecola passa da linerare a RAMIFICATA,che appunto costituisce il grasso idrogenato,che poi va a formare la margarina,il burro,ecc.ecc.ecc.Ecco quello che mangiamo.Tralascio di spiegare come vengono prodotti i biscotti arricchiti di calcio......

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  2. be grazie mille è un articolo tra i piu belli che ho letto
    ora mi spiego un sacco di cose...io sto male se mangio tutte le cose confezionate e infatti nemmeno mi piacciono... inoltre vomito se uno fuma o se sento odore di benzina...vomito proprio, il fatto è che sono anche anemica e se il nichel serve a fissare il ferro nell'intestino sono rovinata...grazie mille davvero e complimenti

    KATE

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