martedì 26 ottobre 2010

Nichel e dieta: totale privazione o dieta di rotazione e graduale terapia di reinserimento?


Molti lettori me lo hanno chiesto, direttamente o su blog-forum-social network.
Perchè in un blog dove si parla di allergia al nichel non c'è una lista chiara e dettagliata su cosa mangiare e cosa no, su quali alimenti contengono nichel e in che quantità (qualcuno mi ha chiesto addirittura i milligrammi!!!!).
Oggi, data particolare perchè festeggiamo un compimese (per la precisione 3) del blog, vorrei spiegare il perchè della mia "non-posizione" e dare la mia versione di dieta "nichel free".
Partiamo da un presupposto basilare.
Molto spesso ho accennato due principi secondo me intoccabili e fondamentali per chi si appresta a convivere in maniera positiva e riducendo i danni collaterali dati dall'intolleranza al nichel:
1. Bisogna farsi seguire da un bravo medico, allergologo e esperto di intolleranze e alimentazione. E su questo vorrei spendere due parole. Un bravo medico è uno specialista provato. Chi decide di curarsi facendo una breve ricerca su internet nel novanta per cento dei casi sbaglierà, incapperà in informazioni errate/fallaci/imprecise/incomplete, aumenterà la confusione e lo stato d'ansia e, se così stolto da applicare cure 100% fai da te, peggiorerà la situazione.
2. eliminare completamente il nichel dalla nostra vita è assolutamente impossibile, oltre che sbagliato e dannoso. Molto spesso ho letto appelli accorati di chi tenta disperatamente di evitare in maniera categorica anche un solo milligrammo di nichel nella propria dieta, vien da sé senza poter raggiungere grossi risultati né benefici. Questo tipo di atteggiamento è inutile e spesso parte da una certezza sbagliata o da un misunderstanding di fondo, ovvero "Se ho l'allergia al nichel, elimino il nichel e guarirò". Non vero, o almeno vero solo in parte. Anzi, in molti casi terapeutici diventa vero addirittura il contrario. Si può guarire reintroducendo la sostanza "dannosa" e desensibilizzando l'organismo. 
Tenterò di spiegarvi il perché attraverso le parole di un allergologo e immunologo clinico, il dott. Attilio Speciano , che come il medico che mi segue in prima persona ci tiene a dare delle importanti precisazioni sul caso:

"Nessun cibo è dannoso (immunologicamente). E' solo la ripetizione quotidiana della sua assunzione che lo rende talvolta problematico, ma quello stesso cibo può in breve tornare amico. Questo è il motivo per cui in Italia e in Europa le intolleranze più frequenti sono verso il latte, il frumento, il lievito e il Nichel (le cose cioè che si mangiano di più), mentre in Giappone le più frequenti sono verso soia e riso.".

e ancora

"Una volta che sia stata acquisita la tolleranza immunitaria nei confronti di un alimento, eliminarlo dalla dieta può essere estremamente pericoloso. Ogni medico che affronti il tema della intolleranza alimentare deve utilizzare tecniche di dieta o di trattamento terapeutico che  mettano in moto il recupero della tolleranza verso quel cibo, quasi come se si impostasse di nuovo uno svezzamento corretto. (..) l'impiego ragionato di una dieta di rotazione anziché di eliminazione è lo strumento principe per evitare di indurre shock anafilattico anzichè guarigione.".

Tale posizione, tra l'altro di un medico comprovato mi trova in quasi totale accordo per svariati motivi. Uno come ho già detto è la grossisima, quasi completa, difficoltà nel privare totalmente la nostra vita dal nichel. Il secondo, forse quello più importante, è il trovare una forte connessione tra ciò che il dottore afferma e la mia situazione attuale ed esperienza terapeutica degli ultimi tre mesi.
Il mio medico, una volta appurata l'allergia, non ha fatto altro che consigliarmi di escludere per un breve tempo gli alimenti con più alta concentrazione di nichel (oltre a evitare i contatti con le leghe metalliche per eliminare la dermatite da contatto. Ripeto per chiarezza, ho eliminato i cibi A PIU' ALTA CONCENTRAZIONE DI NICHEL, che grosso modo sono elencati nella lista in basso a sinistra "gli alimenti assolutamente out". Lo ribadisco rispondendo ai molti lettori del blog che mi hanno segnalato la presenza di alimenti contenenti nichel all'interno delle ricette "nichel free". Secondo, nello stesso momento, a questa privazione temporanea (i successivi 3 mesi) è stata fin da subito abbinata una terapia di reintroduzione omepatica a base di niccolum sulfuricum, che viene considerato uno strumento indiretto di riequilibrio. Oggi, che la terapia ha dato i suoi frutti e posso dirmi fuori da uno stato di "infiammazione" riconoscibile, nella mia normale dieta di tutti i giorni mi limito a seguire pochi semplici accorgimenti, e mi concedo alimenti che, pur in quantità limitata, contengono nichel e raramente una bassa dose di alimenti da "black list", come la salsa di pomodoro sulla pizza e un piccolo cioccolatino.
Per appurare la bontà del principio della dieta a "rotazione", sempre supportata da una terapia medica, a discapito della dieta di privazione, vi porto un esempio interessante e chiarificatore fatto dal dottore

"In un lavoro pubblicato su Allergy da pochi giorni (Flinterman AE, et al., Allergy March 2006; 61(3):370-374) alcuni ricercatori olandesi hannoverificato la presenza di reazioni alla ingestione accidentale di latte in bambini cui era stata diagnosticata una dermatite eczematosa da latte, e che erano stati messi a dieta di esclusione completa del latte
Mentre questi stessi bambini prima della dieta avevano assunto latte o derivati senza alcun tipo di reazione, dopo l'inizio della dieta di eliminazione, nel momento della introduzione alimentare avevano sviluppato delle reazioni allergiche acute e delle reazioni anafilattiche, alcune delle quali pericolose.".
Questo esempio mi ha fatto pensare a quanto, al di là del nichel,  siano dannose le diete che consigliano di eliminare completamente degli alimenti o delle sostanze, come i carboidrati o gli zuccheri. Non è forse salutare seguire un'alimentazione che prevede per ogni pasto un bilanciamento di tutti i nutrimenti, diversificando gli alimenti e quindi gli apporti calorici? 
Io, anzi il mio medico e anche il dott. Speciani, due specialisti in materia consigliano di non sottoporsi ad inutili sforzi privativi.
Personalmente scegliendo questo approccio sto avendo degli ottimi risultati, quindi posso quanto meno permettermi di consigliare i miei lettori di informarsi in merito a questo principio terapeutico con il proprio medico. Ora abbiamo decisamente sforato spazio e tempo...quindi al prossimo post per un vademecum sulla dieta e sull'alimentazione.....ovvero "10 piccoli consigli per stare meglio ed evitare l'assunzione eccessiva di nichel". Ho voluto essere precisa, forse il nome "anichelfreelife" può indurre a errate interpretazioni.

a presto
admin+++

fonti